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In primis un giorno per dimostrare l’affetto a propri papà, un momento per una riflessione sullo stato dei padri nel mondo del lavoro, ma anche un’occasione per le vendite.  

 

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Forse l’unica celebrazione che non ha un giorno dedicato in tutto il mondo, la festa del papà ha diverse origini e diverse storie. In Italia e in altri Paesi di tradizione cattolica, come Portogallo e Spagna coincide con il giorno dedicato a San Giuseppe (19 marzo), negli Stati Uniti cade ogni terza domenica di giugno, in onore del padre di Sonora Smart Dood, che si batté strenuamente per celebrare anche i papà - e non solo le mamme-, data adottata anche in dell'Asia, come Giappone, India, Malesia e Singapore. Indipendentemente dalla data, la festa del papà è un'occasione universale per esprimere affetto e riconoscimento per il ruolo dei padri, ma non solo: rappresenta anche un'ulteriore opportunità per riflettere sull'importanza dell'impegno dei padri verso i propri figli e sul ruolo delle aziende nel supportare i bisogni dei genitori. Perché come sottolinea Oreste, uno dei nostri Field Specialist Ogni genitore ha a cuore principalmente la salute e il futuro dei propri figli e anche per me questi sono due aspetti prioritari. Quindi, ogni possibile supporto, diretto o indiretto, che vada in queste direzioni è apprezzatissimo."

 

L’Italia e il ruolo dei papà

Tra i temi importanti per i papà, la flessibilità di orari o per dirla altri termini “un ottimale work-life-balance” e l’adeguamento del congedo parentale a quello degli altri paesi. In particolare per questo secondo aspetto ci sono voluti 10 anni per arrivare ad appena 10 giorni di concedo parentale per i papà contro, per esempio, le 16 settimane retribuite al 100%. E la Spagna non arriva ai livelli dei tanto virtuosi Paesi scandinavi. Tommaso, un altro dei nostri Field specialist, conferma “Mi reputo fortunato, in CPM e l’attività che svolgo, mi permettono, rispetto ad altre realtà, una maggiore flessibilità in termini di gestione delle esigenze dei miei figli (naturalmente senza trascurare minimamente le mie responsabilità lavorative). Ma, guardando oltre, sapendo che lo stipendio medio italiano è più basso se confrontato con altri Paesi, una obiettiva e reale rivalutazione salariale a rialzo e una maggiore disponibilità economica del padre (ma anche della madre) si tradurrebbe in un immediato maggior benessere per i figli.

 

Oltre la celebrazione: le vendite

Come ogni celebrazione che ha alla sua base una solida ragione culturale e sociale, anche la festa del papà porta con se un aspetto commerciale. Statista ha analizzato quanto le persone sono intenzionate a comprare un regalo per la festa del papà e i risultati sono estremamente differenzianti. I britannici spendono molto, lentamente al miliardo di sterline negli ultimi anni, gli americani mediamente oltre $22 miliardi e in Italia oltre 135 milioni di euro (con una spesa media per regalo tra i 20 e i 50 euro). Ma se pensiamo a quanto vale il business della festa del papà i calcoli sono più difficili, ci sono una moltitudine di dati per il Natale, la festa della donna e della mamma, il Black Friday, ma pochi sul giorno dei padri. Una secondo una stima del l’anno scorso fatta da Telefono Blu varrebbe in Italia circa 170 milioni di euro, cifra che include anche gli investimenti in pubblicità. Considerando che ci sono 20 milioni i papà nel nostro paese, forse sarebbe interessante dedicargli un po’ più di attenzione. Il nostro Field specialist Tommaso per esempio suggerisce che “Negli store, sarebbe utile se le diverse insegne fornissero, per esempio, più iniziative promozionali dedicate al rapporto padre/figli: un’idea potrebbe essere quella di attivare degli sconti extra, per i genitori che vanno direttamente in store con i figli che desiderano fare un piccolo regalo al padre."

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L’opinione

Leonardo, 33, field specialist di CPM, neopapà ci racconta il suo punto di vista.

Sono orgoglioso di lavorare oramai in CPM da più di 9 anni e da 4 mesi sono diventato il papà di una meravigliosa bimba di nome Camilla. Credo di essere privilegiato, rispetto a tanti altri padri-lavoratori in Italia, poiché ho la fortuna di ricoprire un ruolo, ovvero quello del Field Specialist, che mi garantisce la possibilità di bilanciare le mie responsabilità familiari, grazie ad una significativa flessibilità rispetto ad un qualsiasi altro lavoro d'ufficio. Per completare questo quadro, che nel mio caso considero già molto soddisfacente, mi aspetterei che le aziende italiane offrissero una sorta di "parental policy" in termini di welfare aziendale su misura di neogenitore, nello specifico su misura di padre: magari intervenendo con un incremento del congedo parentale interamente retribuito, che possa garantire un'equiparietà senza distinzione di genere. Ritengo questo punto particolarmente importante poiché credo che la nostra società sia ancora convinta che la responsabilità di crescita dei figli sia da attribuire e caricare soltanto sulle spalle delle madri, in un paese come l'Italia dove non esistono politiche specifiche che incentivino i padri ad occuparsi dei propri figli allo stesso modo. Ulteriori interventi in termini di welfare aziendale, invece, come l'erogazione di veri e propri bonus nascita e interventi di sostegno economico per l'assistenza all'infanzia, rappresenterebbero un vero e proprio cambiamento di passo. Queste azioni potrebbero risultare efficaci per colmare le attuali lacune politiche a sostegno della natalità e della genitorialità in Italia che, a mio avviso, non sono ancora sufficienti a garantire una tranquillità necessaria ai genitori per crescere un figlio. Sono dell'idea che le imprese possano davvero fare la differenza e che misure come queste potrebbero rappresentare un vero e proprio welfare all’avanguardia, capace di contribuire alla fidelizzazione dei propri dipendenti, facendoli sentire ancor più apprezzati, sempre più motivati nell'affrontare le sfide quotidiane; e soprattutto rappresenterebbe un vero e proprio segnale incentivante e preventivo, indirizzato anche alla sfera politica, per correre ai ripari prima dell' "inverno demografico" che ci è stato prospettato in Italia.