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In una realtà in cui i genitori condividono le responsabilità di figli e casa, il ruolo dei papà in famiglia e sul lavoro stanno cambiando 

 

I padri di oggi trascorrono il 65% di tempo in più con i propri figli nei giorni lavorativi rispetto a 30 anni fa. Il dato non dovrebbe sorprende, considerando che i papà “moderni” sono coinvolti nella vita dei loro figli, più di quanto non lo siano mai stati i loro genitori e nonni. Lo conferma anche l’ultimo Dad Index, secondo il quale uno schiacciante 87% dei padri Millenial nel Regno Unito afferma di essere coinvolto nei doveri quotidiani della genitorialità. Questo dato sembra riflettersi anche in altri Paesi, anche se – a onor del vero - in Italia l’età in cui si diventa padri per la prima volta è maggiore che all’estero. 
Il dato di fatto è che i padri che lavorano - a prescindere da età, cultura e tipologia di impiego - si assumono sempre più responsabilità in casa: si destreggiano tra un’agenda piena di appuntamenti e l’aiutare i bambini con i loro compiti o accompagnarli ai loro molteplici impegni. Sono maestri nel time e team management per poter trascorrere del tempo di qualità con la propria famiglia. Noi in CPM ci impegniamo per essere al fianco di questi papà, sostenendo il loro work-life-balance. E nel giorno della Festa del Papà vogliamo dare loro spazio per raccontare la loro esperienza di padri che lavorano e, orgogliosamente, vedono crescere i loro figli.

 

Lorenzo, 36

Quando chiedono a mia figlia di cinque anni “che lavoro fa il tuo papà?” lei risponde con un grande sorriso e spiega che vado di negozio in negozio per portare gli orologi che costruisco. In realtà sono un Brand Ambassador per un brand che produce smartwatch. Nella sua semplicità ha unito due parti essenziali del mio lavoro: andare nei diversi punti vendita e presentare al meglio il prodotto che rappresento. E ne è talmente orgogliosa che quando passiamo davanti ad alcuni negozi, li riconosce ed esclama tutta entusiasta “mio papà lavora anche lì”. Viste queste premesse sono proprio curioso di sapere come la mia seconda figlia, che adesso ha un anno, descriverà il mio lavoro. 
Essere Brand Ambassador mi dà la possibilità di passare del tempo con le mie bellissime figlie – lo so, ogni figlio è bellissimo per il proprio genitore -. Ho la fortuna di poterle portare all’asilo, prima di andare al lavoro e di poter passare con loro i weekend. E ho la possibilità di creare insieme alla mia compagna la famiglia che abbiamo sempre desiderato. Questo anche grazie a CPM, dove più volte mi è stato detto “la famiglia prima di tutto”, dandomi l’opportunità di gestire le mie necessità di genitore. Ma non solo. In CPM ho trovato un rapporto di lavoro umano, che mi permette di avere quella serenità necessaria per affrontare le sfide quotidiane della genitorialità e so che davanti a me ce ne saranno ancora molte. 
Avere un lavoro stabile e appagante fa la differenza quando si vuole essere un buon genitore e sono grato di essere uno dei fortunati in questo senso. 

 

Giuseppe, 41 anni

Sono l’orgoglioso padre di Matteo di tre anni e un fiero Merchandiser. Ho la fortuna di avere un lavoro con una tabella di marcia flessibile, ovviamente nel rispetto degli obiettivi prefissati per la giornata, che mi permette di essere un papà con più tempo per mio figlio rispetto a chi fa un lavoro d’ufficio. E lo so, perché anche io ero un cosiddetto impiegato “da scrivania”.  Se penso al mio rapporto con Matteo, sono felice del tempo che possiamo passare insieme. Spesso mi chiede di venire al lavoro con me, e questa è una grande soddisfazione: da un lato dimostra la solidità e l’empatia del nostro legame, dall’altro significa che sono riuscito a trasmettergli la passione e la soddisfazione per il mio lavoro. Ed è vero: in CPM ho trovato un ambiente in cui il rispetto reciproco è all’ordine del giorno, un impiego a misura di persona. Nel mio caso “a misura di papà”. Fare il merchandiser porta molte soddisfazioni, incontro persone e ho la possibilità di creare relazioni, ma ammetto che, offre un altro inestimabile vantaggio. Visitando negozi diversi ogni giorno e passando tra gli scaffali ho l’opportunità di vedere giochi o cose che potrebbero piacere a mio figlio. Un bel vantaggio per quando voglio comprargli dei regali! 

 

Massimo, 59 anni 

I miei figli sono cresciuti avendo CPM come punto di riferimento per il mondo lavorativo. Come? Sono in CPM da più di 23 anni e i miei figli hanno entrambi poco più di 30 anni: ciò significa che il mio lavoro è stato una costante nella loro quotidianità. Una costante positiva per più motivi: hanno visto un papà soddisfatto della propria occupazione, hanno compreso che per crescere è necessario affrontare delle sfide, ma anche che passione e impegno vengono premiati. Infine, hanno apprezzato il valore di essere parte di un team. Hanno appreso questi concetti così bene che mia figlia fa il mio stesso mestiere! 
In queste due decadi con CPM, non solo ho potuto crescere nella mia professione, ricoprendo diversi ruoli dal merchandiser fino ad arrivare all’Area Manager, ma ho avuto la possibilità di costruire solide relazioni con i colleghi ma anche con i clienti. Rapporti fatti di rispetto, condivisione e visione comune, che hanno arricchito la mia vita lavorativa ma anche quella di genitore. Le soddisfazioni sono state molte, ricordo ancora con piacere quando un cliente internazionale è venuto in Italia per farsi ispirare dall’eccellenza del nostro lavoro sul field. Ma ricordo anche con piacere, la presenza positiva e il supporto di CPM nei momenti difficili. Ho sentito di essere parte di una famiglia, pronta a trovare una soluzione che potesse venire incontro alle mie esigenze di genitore. Essere un buon papà non è facile, io ho imparato che è una questione di comunicazione e trasparenza, ma anche di sacrificio per raggiungere un obiettivo, quello del legame famigliare. 

 

Daniele, 43

Fare il Field Specialist nella bella Sicilia è un piacere, ma anche una sfida. È una regione magnifica, ma i punti vendita che quotidianamente devo visitare spesso sono a distanze maggiori rispetto a quelle che percorrono i miei colleghi in regioni più popolose. Questo significa che passo molto tempo in auto, ma a me piace. Ed è proprio questa caratteristica del mio lavoro che i miei figli hanno associato a ciò che faccio. Quando erano più piccoli – oggi hanno 9 e 12 anni - e si chiedeva loro “cosa fa tuo papà” la risposta era “va in macchina da un negozio all’altro”.  Per fortuna ora hanno un po’ più chiaro il mio ruolo e il più piccolo adesso racconta ai suoi amichetti che il papà “va da un negozio all’altro e incontra tante persone e fa sempre cose diverse”.  Una descrizione sintetica, ma veritiera, giornalmente ho l’opportunità di relazionarmi con commessi, capo reparti e anche acquirenti e spesso affronto nuove sfide. E anche questo aspetto del mio lavoro mi piace molto, non a caso sono field specialist dal 2011.
Avere un lavoro con degli obiettivi ben stabiliti e una giornata pianificata, ma senza un rigido orario da ufficio, ha un valore immenso. Oggi i padri hanno un rapporto più aperto e diretto con i propri figli e partecipano attivamente alla loro vita e fare il Field Specialist mi dà questa possibilità. Ed è un bel vantaggio sia per quando i bambini sono piccoli sia per quando entrano in quella che mia moglie ed io chiamiamo l' "adolescemenza", l’adolescenza del nostro figlio dodicenne. CPM ha riconosciuto questa possibilità e rende la vita dei papà più facile, per quanto possibile. Mi rendo conto di essere un privilegiato rispetto a molti miei amici. 

 

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